I diari bollenti di Mary Astor : il grande
scandalo a luci rosse del 1936 di Edward
Sorel
Questo libro racconta
una storia vera, ma sembra la ricostruzione, a parole e a illustrazioni, di un
sogno, di un’immaginazione, di un ricordo di giovinezza, di uno scherzo
sentimentale, di un’invenzione da tabloid. Edward Sorel, nato a New York nel
1929, è un disegnatore importante, ha firmato moltissime copertine del New
Yorker, ha scritto e illustrato molti libri, e per decenni ha coltivato
l’ossessione per Mary Astor, diva del muto, e poi del noir, premio Oscar nel
1942 per La grande menzogna,
accanto a Bette Davis, ebbe l’ultima parte nel 1964 in Piano piano dolce Carlotta, sempre con Bette Davis. Nessuno
ricorda più lo scandalo del suo divorzio, nel 1936, ma Edward Sorel sì: perché
vent’anni dopo, in un appartamento dell’Upper East Side che aveva preso in
affitto […] gli succede una cosa strana, che segna l’inizio di una fissazione.
Nel togliere il linoleum marcio della cucina, trova una serie di giornali usati
per pareggiare le assi di legno. Erano tutti numeri del Daily News e del Daily Mirror,
e tutti del 1936, l’anno dello “scandalo a luci rosse”. Riguardavano il
processo a Los Angeles per l’affido di Marylin, figlia di Mary Astor e del
secondo marito. Che aveva usato i diari di Mary, scoperti quando il matrimonio
era ancora in piedi, per farle rinunciare a ogni diritto sulla bambina. Ma la
Astor nel 1936 aveva impugnato la sentenza e allora il marito aveva reso nota
ai tabloid l’intenzione di far pubblicare i diari, che raccontavano un
adulterio ma anche, forse, molte altre esperienze extraconiugali e perfino,
cosa che faceva tremare di eccitazione e paura Hollywood, pagine con le pagelle
ai suoi amanti, in base a criteri “strettamente meritocratici”. Uno scandalo
sessuale, negli anni Trenta, con protagonista un’attrice famosa che raccontava
le sue notti “di estasi” con il più importante commediografo di Broadway di
allora, George S. Kaufman, sposato. […] Edward Sorel ha ricostruito la vita di
Mary Astor, avvicinandola alla propria, le ha fatto mille ritratti, ha
disegnato il processo per l’affidamento della bambina, ha raccontato a parole e
illustrazioni lo sgomento e il divertimento della Hollywood di allora, con
l’aiuto dei decenni trascorsi, con un distacco ironico e però pieno di pietas e
di commozione per quella ragazza che nella vita voleva soltanto sposarsi e
avere dei bambini, e che nella sua autobiografia ha raccontato degli anni da
attrice: “Sessualmente non mi controllavo. Bevevo troppo, e a tarda sera finivo
per trovare qualcuno ‘molto attraente’. Salvo svegliarmi il mattino dopo con
una sola domanda in testa: Perché? Perché?”. […] Edward Sorel, che ha ritrovato
Mary Astor sotto il linoleum della cucina più di cinquant’anni fa, ha deciso di
lottare per lei: non era una stella di prima grandezza, ma meritava un po’ più
di luce. Oltre a quella dello scandalo “a luci rosse”. Il suo diario, comunque,
è stato bruciato nel 1952 davanti a un giudice. Annalena Benini
Polvere di stelle : il glam rock dalle origini
ai giorni nostri di Symon Reynolds
Da Marc Bolan ad Alice Cooper, da Gary Glitter a Lou Reed,
dai Roxy Music ai New York Dolls, da Wayne County ai Queen, dagli Ultravox ai
Kraftwerk, dal Rocky Horror Picture Show a L’uomo che cadde sulla Terra, senza
dimenticare un’esauriente panoramica sugli strascichi del fenomeno: Johnny
Rotten, Kate Bush, Grace Jones, Prince, Madonna, Marilyn Manson, Lady Gaga e
Kanye West, per fare solo alcuni nomi. A farla da padrone è però David Bowie.
Concepito e scritto quasi interamente prima del 2016, Polvere di stelle è stato
rivisto e arricchito in seguito alla scomparsa del Duca. Simon Reynolds ne
ripercorre la traiettoria personale e artistica a cavallo tra Inghilterra e
Stati Uniti – non a caso i due paesi d’origine del glam rock – con la vertiginosa
e straordinaria profondità analitica di cui è maestro, senza tentazioni
agiografiche ma con la passione di un fan sconvolto dalla sua morte improvvisa.
Ancora una volta la musica è utilizzata come lente per leggere i periodi
storici, tracciando nessi spesso coraggiosi tra le forme artistiche più
disparate: Oscar Wilde diventa così il «profeta del glam», mentre l’ascesa del
rock parodico negli anni Settanta rientra nel concetto di «maniera» delineato
da Oswald Spengler nel Tramonto dell’Occidente. Leggere Reynolds significa
(ri)scoprire interi universi musicali, raccontati con uno stile che da oltre
dieci anni affascina un pubblico di lettori italiani sempre più entusiasta.
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