Gladiatori di Antonio Franchini ;
con le fotografie di Piero Pompili
In questo
testo, a metà fra romanzo e reportage giornalistico, Franchini, accompagnato
dal fotografo Virgilio Piero Pomphili (delle cui foto è corredato il libro),
compie una discesa dantesca nell’universo delle palestre di periferia, in cui
l’aria sa di sudore stantio e l’unico valore spendibile è il rispetto.
Attraverso
una lingua capace di sfiorare il mimetismo della parlata popolare o di
innalzarsi nel tono epico della mitologia classica, l’autore compone ritratti
di pugili, kickboxer, wrestler, campioni mondiali di discipline miste. Un
pantheon di guerrieri di solito trattati come fenomeni da baraccone e stavolta,
nel rispetto e nell’ammirazione che Franchini non nasconde, capaci di
raccontare il proprio mondo, i valori che li spingono verso il limite del corpo,
la storia che li ha portati a incrociare i pugni con un altro uomo, nel perenne
combattimento con se stessi, prima ancora che con l’avversario.
Trattato di
funambolismo di Philippe Petit
Philippe Petit è un funambolo di fama mondiale, che ha attraversato
su un filo la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra le Torri gemelle del
World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose
cascate. In questo libro Petit ha raccolto l'essenza del funambolismo, un'arte
sottile, effimera e ineffabile come l'arte di vivere: l'uomo che sa camminare
sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà
quotidiane della vita. Per questo il Trattato di funambolismo è risultato
fatalmente un libro sulla vita, poetico e filosofico, ed è subito diventato un
caso letterario che ha affascinato artisti e intellettuali di tutto il mondo.
"Il
funambolismo non è un'arte della morte, ma un'arte della vita - della vita
vissuta al limite del possibile. Ogni volta che mette piede sul cavo, Philippe
tiene in pugno quella vita e la vive in tutta la sua esilarante immediatezza,
in tutta la sua gioia. Possa egli viverla fino a cent'anni."
dalla
Prefazione di Paul Auster
"Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l'impossibile: camminare diritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l'arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti o lo spazio tra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. «Fa’ attenzione», mi disse un giorno un vecchio indio della foresta vergine dell'Amazzonia, mentre stavo toccando un cavo d'acciaio che sopportava una tensione estrema, «non far male al cavo, la sua anima è tenera». Un cavo canta, traspira, erutta e, prima di spezzarsi, geme soffrendo; se lo si tocca si può udirne il pianto. E quando si spezza esala del fumo, i trefoli incandescenti si arroventano di collera. So di cosa sto parlando, ho issato una nave su una montagna: so che in questo libro è tutto vero. Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sui sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull'equilibrio maestoso e l'immobilita d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe. Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraido, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo." Werner Herzog
"Ecco un libro di consigli per quelli che, un giorno, oseranno l'impossibile: camminare diritti incontro al cielo e raggiungere le stelle. Esso mostra l'arte di colmare e illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti o lo spazio tra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine. «Fa’ attenzione», mi disse un giorno un vecchio indio della foresta vergine dell'Amazzonia, mentre stavo toccando un cavo d'acciaio che sopportava una tensione estrema, «non far male al cavo, la sua anima è tenera». Un cavo canta, traspira, erutta e, prima di spezzarsi, geme soffrendo; se lo si tocca si può udirne il pianto. E quando si spezza esala del fumo, i trefoli incandescenti si arroventano di collera. So di cosa sto parlando, ho issato una nave su una montagna: so che in questo libro è tutto vero. Ecco un libro sulla paura e la solitudine, un libro sui sogno e la poesia, sulle altezze crudeli e le nobili audacie, sull'equilibrio maestoso e l'immobilita d’un altro mondo, sulla caduta e la morte. Esso evoca un’estasi che sonnecchia nel profondo di ciascuno, uno stato interiore magnifico, come una luce nascosta. Ti rendo omaggio, Philippe. Uomo Fragile del Filo, Imperatore dell’Aria. Come Fitzcarraido, sei tanto raro e prodigioso che più non si potrebbe: un Conquistador dell’Inutile. E m’inchino con rispetto profondo." Werner Herzog
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