L'Inferno di Henri Barbusse
Un uomo sulla trentina,
stanco di tutto, si rintana in un albergo di provincia in cerca dell'oblio. Qui
accederà a una dimensione segreta e intima dell'esistenza spiando attraverso un
buco nel muro le vite altrui, tra miserie, incanti, rivelazioni, depravazioni.
"L'Inferno", opera pubblicata nel 1908, nella quale coesistono una
scrittura e una sensibilità simboliste e decadenti con temi naturalisti, segna
una svolta nella produzione letteraria di Barbusse. Pur conservando tracce di
cupo pessimismo, l'autore tende al suo superamento attraverso uno slancio, se
non ancora proiettato verso una salvifica dimensione socializzante, avviato
quantomeno a una forma di rigenerante umanitarismo. Attraverso uno sguardo
vigile e dilatato, Barbusse penetra nelle singole infelicità, strappando
brandelli di verità a quel formicolare di esistenze appartate e oscure.
Al suo apparire, il
romanzo fece scalpore per la scabrosità dei temi trattati. Oggi è da molti
considerato uno dei capolavori della letteratura francese.
Parla, mia paura di Simona Vinci
Poche volte come in
questo libro il dolore diventa carne viva e incandescente, racconto sincero di
un'esperienza che nasce autobiografica e si fa subito universale.
Simona Vinci si immerge nella propria paura e cerca un linguaggio
per confessarla. L'ansia, il panico, la depressione spesso restano muti: chi li
vive si sente separato dagli altri e incapace di chiedere aiuto. Ma è solo
accettando di «rifugiarsi nel mondo» e di condividere la propria esperienza che
si sopravvive. La stanza protetta dell'analista e quella del chirurgo estetico,
che restituisce dignità a un corpo di cui si ha vergogna, l'inquietudine della
maternità, la rabbia della giovinezza, fino allo strappo iniziale da cui forse
tutto ha avuto origine. Scavando dentro sé stessa, Simona Vinci ci dona uno
specchio in cui rifletterci. Si affida alle parole perché «le parole non mi
hanno mai tradita». Perché nella letteratura, quando la letteratura ha una voce
cosí nitida e intensa, tutti noi possiamo trovare salvezza.
Lady
Susan e le altre : romanzi e racconti epistolari di Jane Austen
Nel 1787, appena
dodicenne, Jane Austen diede inizio a quella che sarebbe diventata una
fortunata e prolifica carriera di scrittrice. In questa raccolta vengono
riuniti racconti e romanzi brevi, compiuti e incompiuti, della produzione
giovanile che, scritti in forma di lettere, consentono a Jane di mettere alla
prova la propria arguzia, la verve ironica e l'inimitabile capacità di
intreccio che avrebbero caratterizzato capolavori come "Orgoglio e
pregiudizio". Dal matrimonio lampo di Amelia Webster fino alle trame
ordite dalla subdola antieroina di "Lady Susan", passando per gli
intrighi di "Le tre sorelle" e le fanciulle facili allo svenimento di
"Amore e amicizia", la Austen forma nel corso di quegli anni il suo
gusto per la narrazione e si avvicina ai temi che finiranno per comporre i
celebri romanzi dell'età adulta: le famiglie, i matrimoni, i pregiudizi, le
inettitudini, le falsità, gli spiriti nobili e la satira romantica. Un genere
letterario, quello epistolare, che la grande autrice rende vivo grazie a uno
stile unico che accompagna da secoli i suoi lettori.
“Ma, rifletteva con un
nodo alla gola, se una madre
merita ampiamente l’amore della figlia e questa figlia non glielo
dà, tenendoselo accuratamente per sé, cosa bisognava pensare di una
persona simile? Se una madre è la
vergogna di sua figlia e quest’ultima la tiene al di fuori
di tutto ciò che la riguarda, chi è dunque questa figlia?”
Ladivine : romanzo di Marie NDiaye
Il primo martedì di ogni mese, seguendo un rituale
immutabile, Clarisse Rivière lascia il marito e la figlia per prendere in gran
segreto un treno per Bordeaux. Lì, in un quartiere popolare vicino al porto,
vive sua madre, Ladivine. I suoi
familiari, però, non sanno niente di lei e sono convinti che Clarisse sia
orfana. Allo stesso modo Ladivine ignora la loro esistenza: Clarisse infatti ha
sempre taciuto ogni dettaglio della propria vita alla madre, una donna che
teme, disprezza e compatisce al tempo stesso. Abbandonata molti anni prima dal
padre di Clarisse, Ladivine lavora come domestica, ha solo sua figlia al mondo
e la ama di un amore immenso e opprimente. Bianca come suo padre, Clarisse, che
in realtà si chiama Malinka, rifiuta il proprio nome almeno quanto rinnega le
sue origini e la pelle nera della madre. Adesso, dopo anni di inganni, la
tranquilla esistenza borghese costruita da Clarisse rischia di essere soffocata
dalle stesse mura che ha eretto per proteggersi. Sarà sua figlia, che porta il
nome della nonna, a intraprendere un viaggio a ritroso verso la misteriosa
terra da cui proviene Ladivine.
Caddi e
rimase la mia carne sola di Laura Pariani
Il 7 ottobre 1967 Ernesto
Che Guevara resta imbottigliato con un piccolo gruppo di guerriglieri in una
"quebrada" della foresta. Consegnatosi ai soldati, il Che viene
trasportato nel vicino paesino di La Higuera dove è rinchiuso nel locale della
scuola. Il 9 ottobre a un soldato scelto a sorte tocca il compito di uccidere
il ferito, il cui cadavere viene poi trasportato all'ospedale di Vallegrande
per essere mostrato a fotografi e giornalisti. Questi fatti della Grande Storia
sono qui raccontati attraverso le parole degli abitanti di una delle zone più
povere del mondo: i vecchi impauriti dalla propaganda della radio che dipinge i
guerriglieri come violenti "senza Dio"; i soldati contadini che si
aspettano il premio per la cattura del "gringo importante"; la
maestra che frequenta poco i libri; il telegrafista che non ha mai avuto così
tanto lavoro; la "curandera" che cerca di accompagnare il prigioniero
nel suo viaggio verso il mondo dei morti. Da quel momento nell'immaginario
popolare è fiorito il culto di Sant'Ernesto di La Higuera, con tanto di
preghiere, ex-voto per i miracoli compiuti e leggende (tra cui quella della
vendetta divina che ha colpito tutti coloro che furono implicati nella morte
del Che).
Un anno
di scuola di Giani Stuparich
Trieste, 1909. Una
ragazza ottiene, per la prima volta, l’accesso all’ottavo anno del ginnasio,
passaggio obbligato per accedere agli studi universitari e conquistarsi un
futuro di libertà e indipendenza. Sola femmina tra venti allievi maschi,
catalizza inevitabilmente le attenzioni e le emozioni di tutti: ognuno, a suo
modo, si innamorerà di lei, di quella figurina che vorrebbe essere nulla più
che una compagna di studi e di scherzi spensierati, una voce nel coro concorde
della classe.
Edda Marty, la protagonista di Un anno di scuola, è l’incarnazione di un ideale femminile che soltanto la città di Svevo e di Saba poteva produrre: insieme fragile e forte, seria e irriverente, dolce e «temeraria», come la definisce Stuparich all’inizio. La storia del suo incontro con Antero, il compagno più riservato e sensibile, si sviluppa in un vortice drammatico che, tra amore e morte, accompagnerà la classe verso gli esami. Ritratto di un’epoca irripetibile della vita, il racconto (pubblicato per la prima volta nel 1929) è anche una struggente rivisitazione della Trieste di inizio secolo, di quella Vienna calata sull’Adriatico dalla quale sono uscite alcune delle pagine più autentiche della nostra letteratura.
Come si
arriva all'alba di Gabriele Morandi
Mentre è alla ricerca di
una storia da raccontare, il disordinato scrittore Thelonius Fante, riceve una
busta con la foto di un rudere, del denaro e una mappa dov’è segnato un
villaggio fantasma. Da quei pochi elementi ricostruisce l’oscura vicenda di
Stella Dal Fiume, una bambina incapace di parlare e camminare, scomparsa una
notte in un incidente dove morirono i genitori e che riapparve dieci anni dopo
perfettamente guarita. Un evento strano e forse un miracolo, reso ancor più
misterioso una volta saputo che poco dopo la sua riapparizione, Stella venne
trovata senza vita in un bosco. Addentrarsi nella vita di Stella sarà per
Thelonius un’esperienza pericolosa, dato che troppi enigmi sono legati alla
ragazzina. Cosa accadde realmente la notte dell’incidente? Chi o cosa guarì la
bambina, chi l’ha uccisa, e se Stella era sola al mondo e nessuno nel suo
paese, ormai scomparso, conosce o vuole ricordare la sua storia, chi ha inviato
la busta a Thelonius?
Le trame del disincanto : tutte le poesie : 1990-2017 di Mauro Macario
Mauro
Macario è nato a Santa Margherita ligure nel 1947. È poeta, scrittore, regista.
E’ anche biografo del padre Erminio Macario per il quale ha scritto il libro Macario,
un comico caduto dalla luna che ripercorre la vita dell'artista dalla
nascita in una mansarda di Porta Palazzo a Torino, fino al successo sui
palcoscenici internazionali.
La
poesia di Macario è “necessaria”, è l’esito di un’urgenza interiore di affidare
alle parole le tre corde centrali della sua ispirazione che è civile, elegiaca
ed esistenziale.
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