Quelli
che meritano di essere uccisi di
Peter Swanson
Un uomo e una donna, due perfetti sconosciuti,
piacevoli e rassicuranti nell'aspetto, si incontrano all’aeroporto
di Heathrow, bevono nell'attesa del volo e si imbarcano sullo stesso
aereo per Boston. Lui è Ted, ricco fondatore di start up di
consulenza per società che operano in rete, lei è Lily, una
misteriosa donna dai lunghi capelli rossi che ha vissuto
un’adolescenza ambigua, a tratti inquietante, insieme ai suoi
genitori artisti.
In uno spazio che, si sa, aiuta le confidenze e
favorisce le confessioni, e dopo qualche drink di troppo, decidono di
fare «il gioco della verità». La verità di Ted è il desiderio di
uccidere la moglie, una donna bellissima, che «sembra la pupa sulla
copertina di un romanzo noir degli anni Cinquanta», capace di
catturare gli «sguardi famelici e primordiali» degli uomini che le
stanno intorno. Ted ora desidera ucciderla, ha scoperto che lo
tradisce con Brad, il capocantiere, mentre segue i lavori della loro
casa. Lily lo ascolta, lo giustifica, dà «autorità morale» ai
suoi desideri; anche nella sua vita, si scopre pian piano, ci sono
stati istinti violenti e morte ma il problema, sostiene, non è
uccidere chi è colpevole, ma farlo «in modo da non farsi beccare»,
farla franca.
«Quanto a Lily, amo pensare che sia una mia
creazione esclusiva. Non è una donna a cui piaccia uccidere o che
manipoli i maschi. Per lei annientare una persona è come schiacciare
uno scarafaggio. Se va fatto, lo fa e basta» (dall’intervista di
Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica» del 07/06/2017). Lily
sostiene che la morte va sdrammatizzata, non è la peggiore delle
colpe, c'è chi la merita o l'ha meritata. Il libro si sviluppa
capovolgendo le prospettive morali, procede in modo incalzante, è
imprevedibile, «con una scrittura magistrale e una serie di
incredibili colpi di scena, Swanson accompagna il lettore nel
lato oscuro dell'animo umano» (Publishers Weekly).
Lo scrittore americano ha creato «un thriller
ipnotico e mozzafiato» (Lee Child), un romanzo che toglie ogni
certezza al lettore e che, secondo Gianrico Carofiglio, è «una
formidabile storia di vendetta».
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