Un amore
di Dino Buzzati
La storia di un amore. Un amore travolgente, ossessionante, possessivo.
Un amore che è nato per caso, da un capriccio. Che non doveva essere, perché
inutile, lacerante. Antonio, uomo di mezz’età appartenente alla Milano bene, va ad innamorarsi di
qualcuno che mai potrà essere suo: Laide, ragazza giovanissima, che per vivere
si vende agli altri. E così Antonio, affogando piano piano nelle sue emozioni,
decide di doverla avere per sé. Perdendo la propria dignità. Perdendo
sicurezza, sonno, vita. Perché è questo il tipo di amore raccontato nel
romanzo. Un amore che ti toglie il respiro, la speranza. Che ti dà l’affanno,
che ti fa svegliare la notte in preda ai peggiori incubi. Quello che ti fa
vedere nemici in ogni angolo della strada. Che porta ad annullarsi. Buzzati
sottolinea in maniera sublime la psicologia dell’Antonio innamorato e della
Laide sfuggente. Ne delinea talmente bene i caratteri che a volte sembra di
trovarsi lì con loro, a stringere la mano dell’uomo in trepidante attesa prima
di accompagnarlo sotto casa della protagonista, con la quale si scopre avere il
desiderio di parlare, per rimproverarla, magari dirle: “smettila di fare così,
non vedi che lo stai facendo soffrire?”. E’ violento il coinvolgimento emotivo
che deriva dalla lettura di queste pagine, sono incontenibili i sentimenti che
vengono raccontati. E, dopo tutte le vicende tortuose, ecco il finale: rimane
lì sospeso, arriva inaspettato. Ma, soprattutto, lascia il lettore con una
serie di perplessità: cos’è veramente l’amore? Esiste l’eternità, in questo
sentimento? E di cosa si parla quando si va oltre? E’ amore o solo “smania di
vincere”?
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