mercoledì 17 maggio 2017

Senilità 
di Italo Svevo

Si trovavano sempre all'aperto. Amarono in tutte le vie suburbane di Trieste. Dopo i primi appuntamenti, abbandonarono Sant'Andrea che era troppo frequentato, e per qualche tempo preferirono la strada d'Opicina fiancheggiata da ippocastani folti, larga, solitaria, una salita lenta quasi insensibile. Si fermavano ad un pezzo di muricciolo che divenne la meta delle loro passeggiate soltanto perché la prima volta vi si erano assisi. Si baciavano lentamente, la città ai loro piedi, muta, morta, come il mare …
Enormemente apprezzato da James Joyce, sia per affinità di stile sia per il suo carattere introspettivo, "Senilità", il secondo romanzo di Italo Svevo, è un viaggio nelle profondità psicologiche del protagonista. La vicenda ruota intorno alla storia d'amore tra Emilio Brentani e Angiolina, una sfrontata "figlia del popolo" che dà sfogo senza inibizioni alle proprie pulsioni sentimentali. Emilio, giovane impiegato con velleità letterarie, vive immerso in sogni ben lontani dalla realtà quotidiana, e nonostante i suoi trentacinque anni è affetto da una sorta di senescenza precoce che lo conduce a cullarsi nell'attesa di qualcosa di grande che non realizzerà mai, come una "potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività".Di Senilità, uscito cinque anni dopo, [di Una vita ndr] nel 1898, si può dire che non soltanto è forse il capolavoro di Svevo, ma è anche un libro di veramente rara potenza.
Eugenio Montale

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