Senilità
di Italo Svevo
Si trovavano sempre all'aperto.
Amarono in tutte le vie suburbane di Trieste. Dopo i primi appuntamenti,
abbandonarono Sant'Andrea che era troppo frequentato, e per qualche tempo
preferirono la strada d'Opicina fiancheggiata da ippocastani folti, larga,
solitaria, una salita lenta quasi insensibile. Si fermavano ad un pezzo di
muricciolo che divenne la meta delle loro passeggiate soltanto perché la prima
volta vi si erano assisi. Si baciavano lentamente, la città ai loro piedi,
muta, morta, come il mare …
Enormemente apprezzato da James Joyce, sia per affinità di
stile sia per il suo carattere introspettivo, "Senilità", il secondo
romanzo di Italo Svevo, è un viaggio nelle profondità psicologiche del
protagonista. La vicenda ruota intorno alla storia d'amore tra Emilio Brentani
e Angiolina, una sfrontata "figlia del popolo" che dà sfogo senza
inibizioni alle proprie pulsioni sentimentali. Emilio, giovane impiegato con
velleità letterarie, vive immerso in sogni ben lontani dalla realtà quotidiana,
e nonostante i suoi trentacinque anni è affetto da una sorta di senescenza
precoce che lo conduce a cullarsi nell'attesa di qualcosa di grande che non
realizzerà mai, come una "potente macchina geniale in costruzione, non
ancora in attività". Di Senilità,
uscito cinque anni dopo, [di Una vita ndr] nel 1898, si può
dire che non soltanto è forse il capolavoro di Svevo, ma è anche un libro di
veramente rara potenza.
Eugenio
Montale
Nessun commento:
Posta un commento