…ma
non dimenticherò mai la storia di una bellissima casetta, color rosa chiaro.
Era davvero una graziosa casetta, di pietra, e mi guardava con tanta
affabilità, e con tanto orgoglio fissava le sue goffe vicine, che il mio cuore
si rallegrava quando mi capitava di passarle vicino. La settimana scorsa
attraverso la strada guardando la mia amica, quand'ecco un grido lamentoso:
"Mi tingono di giallo!!!" Scellerati! Barbari! non hanno risparmiato
nulla, né colonne né cornicioni e la mia amica è diventata gialla come un
canarino. Sono stato preso da un attacco di bile, e non ho avuto la forza di
rivedere quella poveretta, sfigurata, tinta col colore del celeste impero. Ora comprendi,
o lettore, come io conosca tutta Pietroburgo.
Quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si
muove al buio e nella penombra della coscienza. Un giovane sognatore, abituato
a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte una ragazza
piangente e sola che sarà per lui l'appiglio verso il concreto mondo diurno. La
città di San Pietroburgo saprà
cullare nel suo bianco silenzio questa storia a due voci, fatta di confidenze
notturne, attese e speranze e il mattino, al risveglio, rimarrà quello strano
sapore in bocca, quella domanda di realtà inevasa: nelle notti bianche, negli
improbabili intrecci e nei sussurri furtivi di due ipotetici amanti, qual è il
vero confine del sogno?
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