mercoledì 17 maggio 2017

Fantasmi di Vincenzo Cerami


Era indecisa se scendere all'Arco di Travertino, al Quadraro o addirittura a Subaugusta. La metropolitana, dopo essere stata zeppa fino alla stazione Termini, s'era già mezza svuotata a San Giovanni in Laterano. Siccome non aveva alcuna fretta, a Furio Camillo Morena uscì dal treno e salì allo scoperto. La luce mattutina si posava uniforme su quella parte della città, che pur essendo abbastanza recente sembrava molto più antica del centro storico, specie da quando erano state ridipinte le facciate dei palazzi di Prati, di Via Veneto e di Piazza del Popolo. Lì invece, in quella che era sempre stata considerata periferia per mezzi straccioni, dalle mura fin giù all'Alberone e oltre, lungo tutta l'Appia Nuova e la Tuscolana, solo da poco avevano sbaraccato le fraschette. Si respirava ancora aria di dopoguerra. Facevano la differenza alcuni supermercati, i fiori ai balconi, le antenne televisive che a migliaia graffiavano il cielo lontano e il traffico impossibile. Di turisti neanche l'ombra.

Nessun commento:

Posta un commento